Le registrazioni video in time lapse nei cantieri pubblici e privati non solo rappresentano un’evoluzione tecnologica, ma offrono anche strumenti concreti di verifica e documentazione in grado di agevolare sia la gestione quotidiana delle opere che la risoluzione di eventuali contenziosi.
Attraverso l’utilizzo di telecamere installate strategicamente sui siti di lavoro, si crea un archivio visivo continuo, capace di testimoniare fedelmente i progressi e le eventuali criticità di un intervento edilizio.
Cronoprogramma visuale e articolo 21 D.Lgs. 36/2023
In ambito normativo, questa pratica trova fondamento nelle recenti innovazioni introdotte dal D.Lgs. 36/2023, che ribadisce l’importanza della digitalizzazione nel ciclo di vita delle opere pubbliche, e nelle Linee Guida dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, che invitano a un monitoraggio più rigoroso e trasparente dei lavori.
La registrazione in time lapse diventa, di fatto, un vero e proprio diario digitale che non solo rende più chiaro l’andamento dei lavori, ma che si rivela anche uno strumento di prova fondamentale in caso di contestazioni o verifiche ufficiali.
Il nuovo Codice dei contratti pubblici, infatti, spinge verso una gestione più integrata e digitale delle attività di cantiere, considerando il filmato in time lapse come una componente importante del sistema di controllo e verifica.
In particolare, è previsto l’obbligo di dotarsi di strumenti capaci di monitorare gli scostamenti tra il cronoprogramma e lo stato reale di avanzamento. La fluidità delle sequenze in time lapse permette di confrontare in modo immediato le date previste con i veri momenti di realizzazione, rendendo evidente qualsiasi interruzione o ritardo, anche a causa di eventi imprevisti come pessime condizioni climatiche o interferenze archeologiche.
La possibilità di integrare le immagini del video con i dati dei sistemi di monitoraggio, anche grazie ai metadati e alle firme digitali, garantisce una prova che può essere validamente utilizzata nelle sedi giu
Implementazione nel capitolato e nel Piano di sicurezza
Di seguito alcuni punti che possono trovare spazio in un capitolato di appalto per l’adozione di sistemi in time lapse come parte integrante della fornitura:
Specifiche tecniche della telecamera
- Sensore da 8 MP, otturatore meccanico, lente 8 mm.
- Scheda LTE a switch dual‑SIM.
- UPS integrato 24 h.
- Range termico −20 °C ÷ 60 °C, IP 66, IK 10.
Parametri di scatto
Fase | Intervallo consigliato | Motivazione |
Scavo | 15 min | Rapidità di movimento mezzi. |
Strutture prefabbricate | 10 min | Montaggi rapidi. |
Impiantistica | 30 min | Attività puntuali. |
Finiture | 60 min | Variabilità ridotta. |
Workflow dati
- Upload automatico su NAS in cantiere.
- Sincronizzazione S3 bucket cifrato (AES‑256).
- Hash giornaliero su blockchain privata per prova di immodificabilità.
- Script di montaggio settimanale MP4 (H.265, 25 fps).
Per approfondire gli aspetti tecnici legati alla produzione di video in time lapse per opere civili e industriali, si segnala il sito di Giuseppe Galliano Studio: attivo su cantieri di lungo periodo con telecamere autonome per il monitoraggio remoto, ha raccolto nel suo portale una serie di articoli che approfondiscono argomenti che prima o poi un responsabile di cantiere si troverà ad affrontare
Dati utili al direttore dei lavori
Per quanto riguarda la conformità normativa, le Linee Guida dell’ANAC richiedono che le fasi di sospensione o modifica del progetto siano documentate con estrema precisione, anche grazie all’estrazione di fotogrammi dagli archivi video.
La presenza di una prova visiva permette di rendere più solida la motivazione di eventuali variazioni rispetto al cronoprogramma originario, riducendo il rischio di contestazioni da parte dell’appaltatore o del Rup (Responsabile Unico del Procedimento).
La chiarezza e la completezza delle evidenze visive, corredate da metadata come timestamp e hash di autenticità, rafforzano la legittimità delle decisioni prese in corso d’opera e consentono una gestione più efficace delle riserve economiche connesse alle varianti progettuali.
La capacità di dimostrare in modo oggettivo gli eventi avvenuti, anche grazie a un archivio fotografico continuo, rappresenta un vero e proprio cambio di paradigma rispetto alle tradizionali modalità di rendicontazione cartacea o orale.
Registrazioni time lapse come prova nei contenziosi
La giurisprudenza riconosce alle registrazioni audiovisive carattere di “documento” quando sono idonee a rappresentare fatti storici in modo obiettivo.
Diverse pronunce, relative a sinistri stradali e a infortuni nei luoghi di lavoro, hanno ammesso il filmato come prova purché se ne attesti la genuinità e la continuità.
Nel contesto dei lavori pubblici, la clip time lapse, corredata di metadata (timestamp NTP, hash SHA 256), offre garanzie di autenticità analoghe agli atti tradizionali.
In ambito giudiziario, poi, l’uso delle registrazioni in time lapse si sta consolidando come una prassi affidabile, riconosciuta come prova valida dalla Cassazione quando soddisfa requisiti di autenticità e continuità. La possibilità di allegare alla documentazione peritale filmati corredati di metadati certificati garantisce un livello di affidabilità superiore rispetto alle semplici testimonianze o relazioni tecniche.
Nel contesto dei contenziosi sulle riserve di appalto o sulle varianti in corso d’opera, il video diventa quindi uno strumento che permette di ricostruire con estrema precisione il cammino delle lavorazioni e di dimostrare l’ammontare di eventuali maggiori oneri verificatisi.
La granularità di un filmato a intervalli di pochi minuti, che può produrre migliaia di fotogrammi in pochi mesi, fornisce una finestra temporale estremamente dettagliata, riducendo i margini di criticità e favorendo una più corretta soluzione delle controversie.
Le riserve d’appalto si fondano sull’articolo 107 del Codice (sospensione) e sulle Norme UNI di misurazione: l’impresa annota sul libretto delle misure i maggiori oneri causati da eventi non imputabili. La prova di tali eventi può trarre beneficio dal video che mostra, per esempio, l’interferenza di sottoservizi non mappati o la consegna tardiva di carpenterie.
In media, un time lapse a 10 minuti d’intervallo produce circa 5 000 fotogrammi in sette mesi: sufficienti a ricostruire con granularità giornaliera l’avanzamento e a dimostrare l’inoperosità delle squadre.
Sicurezza cantieri e D.Lgs. 81/2008
Oltre alla funzione probatoria, l’utilizzo dei video in time lapse si rivela utile anche in ambito di sicurezza sul lavoro, come previsto dal D.Lgs. 81/2008.
La pubblicazione continua di immagini permette di verificare in tempo reale il rispetto delle misure di prevenzione e protezione, come l’uso dei DPI, l’installazione corretta dei ponteggi o l’adozione di pratiche di sicurezza in quota. In questo modo, il responsabile della sicurezza può intervenire prontamente in presenza di irregolarità o di comportamenti non conformi alle norme, senza dover attendere un sopralluogo o una relazione scritta.
Inoltre, il monitoraggio costante mediante filmati accelerati può diventare un elemento di formazione, utile per i corsi di aggiornamento e per sensibilizzare le maestranze sull’importanza del rispetto delle procedure di sicurezza.
Privacy e conservazione
Per quanto concerne gli aspetti legati alla privacy, va sottolineato che la conformità al GDPR richiede attenzione particolare alla collocazione delle telecamere e alla gestione dei dati raccolti.
Le delicate norme che regolano la videosorveglianza impongono di minimizzare l’intrusività, posizionando le telecamere in modo che puntino solo sulle aree di cantiere e non su spazi pubblici o privati senza un apposito motivo.
La trasparenza si garantisce tramite cartelli informativi e policy aggiornate, mentre le registrazioni devono essere conservate in modo sicuro, con modalità che garantiscano l’inalterabilità dei dati, come nel caso della tecnologia WORM. La marcatura temporale qualificata, conforme al Regolamento eIDAS, assicura la validità legale delle prove audiovisive anche in ambito europeo, contribuendo a eliminare ogni possibile contestazione sull’autenticità dei filmati. La durata della conservazione, variabile in funzione dell’uso, è un altro elemento fondamentale per rispettare la normativa, così come le misure di mascheramento digitale negli ambienti più sensibili o pubblici.
Conclusioni
In conclusione, l’integrazione sistematica delle registrazioni video in time lapse nei processi di gestioni delle opere pubbliche e private rappresenta un passo avanti significativo verso un’edilizia più trasparente, sicura e affidabile.
La possibilità di verificare puntualmente lo stato di avanzamento, di supportare le riserve di appalto, di agevolare le operazioni di collaudo e di ridurre i rischi di controversie contribuisce a rafforzare l’intera filiera del settore.
La loro adozione, che dovrebbe diventare parte integrante della documentazione contrattuale, dei piani di sicurezza e dei manuali di gestione, aiuta a trasmettere un’immagine di cantiere professionale, innovativo e in linea con le esigenze di un’Italia che sempre più investe nella digitalizzazione e nella sostenibilità del costruire.
Fonti
- D.Lgs. 36/2023,
- Linee Guida ANAC – funzioni del direttore dei lavori
- D.Lgs. 81/2008